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Pausa, leggera, normale...

E' chiaro che non sono andato a Cuba per il suo mare.

Almeno non esclusivamente per quello.

Però adesso, dopo avere immagazzinato una quantità importante di emozioni, di vita, di facce, di pensieri, di sensazioni, sono ad una curva.

C'è stato un momento anche nel viaggio nel quale pur non avendo finito il percorso, ho sentito il bisogno di rifiatare, di alleggerirmi.

Perché viaggiare qualche volta è come mettersi a tavola per un buon pasto e finisci per sentirti sazio, quindi stacchi un attimo per lasciare sedimentare, per digerire.

E' successo qualche giorno fa a Cuba, succede oggi nel raccontare e nel rivivere questa storia.

Quindi quella sera a Trinidad è arrivata a proposito per sgomberare la mente e fare il posto per il grande spazio magicamente vuoto del mare caraibico.

Siamo arrivati in un resort casualmente dopo una serie di stanze anonime di albergo ed è stato per caso, un cambio di programma non previsto.

Ci siamo arrivati verso le sei di sera, quando il sole comincia ad abbassarsi e ad illuminare tutto con quella che molti considerano la luce perfettamente magica.

Il tempo di poggiare zaini e borse e visto che c'era una spiaggia a pochi passi ci siamo concessi un fuori programma sulla riva del mare dopo l'ormai immancabile mojito serale.

Ci ho messo un po' a rientrare nella atmosfera della "natura piena", della purezza semplice che culmina nel tramonto, ma ho capito che quella sarebbe forse stata l'unica occasione di vivere e cogliere un momento così unico e speciale, mai vissuto prima.

Su questa bella spiaggia c'erano poche persone per fortuna, questo mi ha aiutato ad entrare in quello stato d'animo e quella sintonia col tutto che mi serviva per scattare foto oneste, silenziose e vere.

Per un'ora circa ho avuto il dubbio che il sole sarebbe stato nascosto probabilmente dalla solita cortina di nuvole che qui si materializza spesso all'orizzonte al tramonto,poi...

ho visto questa cosa che resterà per sempre nella mia memoria.

Non mi nascondo e confesso di avere scattato senza limite, senso e ritegno quasi come un automa per più di un'ora, quasi inconsciamente, meccanicamente.

Mi riepivo gli occhi e non solo di quelle immagini perfette e più scattavo e più mi isolavo e restava solo quella visione perfetta nella quale è facile perdersi.

Niente altro che la perfezione del creato.

Un tramonto sul mare dei caraibi è una chiacchierata con Dio o con le cose create da qualcuno che deve essere veramente simile a Dio, non il caso.

E' un dialogo fatto di luce, tanti tipi diversi di luce e silenzi, tanto silenzio.

Tu e lui senza bisogno di nessun interprete....

Lui ti dice che tutto questo che ti sta attorno è per te.

Tu gli chiedi qualcosa di più, perchè è nella nostra natura di umani chiedere di più, sempre di più...

Lui ti chiede solo un pò di rispetto per tutto questo che ti sta offrendo,

tu continui a pensare, a porti e porgli delle domande, dei perchè,

mentre lui ti chiede solo di stare in un posto in mezzo al tutto.

Quando capiremo che abbiamo il nostro posto in questo tutto e finalmente cominceremo ad usare rispetto toccando con grazia ciò che non ci appartiene ma ci viene regalato, allora e solo allora forse avremo il paradiso qui, ora, in terra...

Flickr - Ascolto il tramonto dei Caraibi

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