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Francesco De Gregori


Flickr - Francesco De Gregori

La fotografia di musica è un mondo difficile.

L'ho già scritto ma ogni volta che ci penso me ne convinco di più.

Perché lo vivi con così tanta intensità da non permetterti mai il lusso di perdonarti uno sbaglio,una debolezza...

Tecnicamente quando vivi la realtà dei club,come sta succedendo a me, impari tanto e velocemente.

Soprattutto impari ad improvvisare che è poi uno degli ingredienti del buon risultato.

Le luci sono imprevedibili, spesso distribuite con scarso metodo, gli artisti non conosciuti, quindi non puoi prepararti un setup mentale dei movimenti, delle pose, delle situazioni.

Così improvvisi.

Impari a crearti un tuo setup mentale che è fatto di tanta empatia.

Cerchi mentalmente di seguire i tuoi soggetti fra i movimenti e le note cercando di captare ciò che succederà di fotograficamente interessante di lì a 10-20 secondi.

Di fatto ciò che succederà musicalmente e tecnicamente di lì a breve equivale a cercare di prevedere ciò che succederà emotivamente di significativo.

Perché un artista è un animale da sensazioni, da emozioni.

Si sposta con fare felino, traccheggiando fra vibrazioni e stati d'animo che traduce in parole, musica, immagini a seconda del suo campo di azione.

Così se tu vuoi cercare di cogliere l'attimo devi sintonizzarti.

A volte riesci molto bene, altre meno.

Io mi attribuisco sempre la colpa di ciò che non accade, non la do mai all'artista.

Quando invece ti trovi in situazioni molto strutturate ,come lo splendido concerto di ieri sera di De Gregori, hai un vantaggio ed uno svantaggio.

Il vantaggio è tecnico.

Lo spettacolo spesso poggia su di un setup di luce molto studiato ed accurato che permette di entrare in sincronia più facilmente.

Le luci , di luce vive uno che scatta come me, vengono studiate per avere un loro senso armonico e soggiaciono ad una serie di regole fisiche ed artistiche che riesci a leggere meglio e con più facilità.

Scattare diventa una questione di piccoli scostamenti, rapide intuizioni che spesso sono..."ovvie" !

L'occhio segue e la luce stessa chiama"...dai mauro! scatta ora !..."

Lo svantaggio è rappresentato dal sistema spettacolo che penalizza chi scatta senza accrediti, pass, zone miste o altri ammennicoli del caso.

Ti trovi a scattare nella bolgia che emotivamente ti stimola e ti esalta ma tecnicamente costituisce un ostacolo enorme.

Qualche volta come ieri sera invece sei fortunato,perché un amico o un'amica ti mettono nella condizione di essere meno precario del solito, godere di una buona posizione,non prenderti il classico gomito in faccia!

Quelle volte riesci ad ascoltare, a godere della musica meravigliosa come quella di questo colosso delle emozioni in musica e magari scattare qualche foto decente godendo di un equilibrio meno precario del solito.

Fare foto "musicali" una grande fortuna, ti emozioni davvero perché senti e vedi contemporaneamente la musica.

Vedere la musica credo sia una sinestesia, in realtà è solo una grande opportunità di emozionarsi, di viaggiare con mente e corpo in zone straordinarie.

Questo è il mio sogno che difficilmente riesco a coronare,questa volta dico grazie a Micaela e Roberto perché a modo loro l'hanno reso possibile ed a questo signore della musica italiana che riesce ancora a farmi inumidire gli occhi !

Grazie a tutti !

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