Grazie

Da bambino ero un tipo solitario. Facevo lunghe camminate in luoghi poco frequentati, avevo pochi amici, una fervida fantasia che sfogavo nella scrittura ed una smisurata fede nel fatto che un giorno le cose sarebbero cambiate. La scarsa stima che avevo di me mi spingeva ad allontanarmi dalla gente perché pensavo di essere così insulso e scialbo al confronto di chiunque mi stesse attorno, da rendere inutile la costruzione di qualsiasi relazione. Poi un giorno ho pensato che se non potevo offrire agli altri qualcosa di accettabile per quel guazzabuglio che stava dentro di me, forse avrei dovuto semplicemente guardare, ascoltare, ricevere vita da tutte quelle persone che mi stavano intorno e mi sono seduto su di una spiaggia deserta ad ascoltare. Spesso ancora oggi, soprattutto al tramonto, quando le ombre della sera si allungano sento una fitta di solitudine mista a malinconia sul petto. Cerco di non darle troppo peso. Quando stasera ho letto i messaggi di auguri che avevo ricevuto ho provato stupore ed un briciolo di ansia. Erano davvero tante le persone che avevano sentito la necessità ed il piacere di venire a sedersi per un secondo sulla mia spiaggia. Così tante da occupare tutto lo spazio attorno a me. Mi sentivo meno solo ma con qualche responsabilità in più nel dovere dire loro qualcosa di sensato. Poi mi sono ricordato che in realtà fino a quel momento avevo semplicemente "ascoltato" e nell'ascolto ci si era trovati, senza pretese ma con onestà e semplicità. Ho sentito così la necessità di toccare quei visi, quelle presenze, dare un silenzioso segnale di riconoscenza e riconoscibilità. Così ho deciso di farlo come fanno i bambini, in modo ingenuo ed infantile. Mi sono messo a scrivere i vostri nomi, con puntiglio quasi maniacale, uno dopo l'altro, soffermandomi su ognuno quasi a volere scrutare quel viso che nel buio ormai completo era diventato una semplice sagoma, ma era lì davanti a me. Quando ho finito di scrivere l'ultimo nome mi sono accorto che sulla sabbia ognuno di loro aveva preso un colore, unico , diverso, simile. Adesso che è notte fonda sono felice; non è successo nulla di straordinario, siamo restati lì in silenzio ad ascoltarci, ma io sto bene. Adesso, dopo avere fatto quella cosa infantile di scrivere ogni nome dedicando il tempo necessario per ricambiare la visita, posso sdraiarmi, guardare le stelle che brillano silenziose e con un sorriso leggero... addormentarmi. Buona notte e grazie.