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L'assenza...

12/02

Efrem mi ha detto…

“...bene, adesso fotografa la sua assenza…”

Per molti giorni è stato impossibile, non ero emotivamente in grado di farlo.

Perché volevo farlo davvero, in un modo mai affrontato prima.

L’autoritratto è sempre stato un mio vero tabù.

Non ho mai fatto pace con la mia immagine.

Ma per te, piccola, può anche esserci una prima volta così.

Ho scattato pensando di raccontare quella tua assenza con la mia presenza.

Facendolo ti ho parlato in quei tre scatti.

Scattando riflettevo sul modo di porsi qui, in rete, nella vita, davanti ad un disagio, ad una assenza, ad un obbiettivo, ad un non luogo dell’apparenza, questo…

Ho riflettuto a lungo sul mio modo di essere presente in questo “nonluogo” che è la rete.

Qui, anche se non sai dove, ci sei.

E ci sei in un modo estremamente visibile e diretto.

Mi sono quindi chiesto se non fosse il caso di separare tutto ciò che riguarda le mie passioni legate alla creatività come la fotografia e la scrittura da tutto il resto, da me in quanto uomo, padre, cittadino, persona, identità.

La tentazione era di essere professionale...

Ma cosa significa professionale ?

Così ho fatto la scelta che mi rappresenta veramente: io sono la somma ed il risultato di una lunga teoria di eventi ed esperienze quotidiane che hanno fatto e fanno la mia storia, i gesti le opere ed i miei pensieri.

La professionalità è fatta certamente di competenze, di creatività ma soprattutto di cuore ed onestà, di passione, io la vedo così.

Quindi ho scelto di lasciare tutto inalterato qui nel mio modo di espormi ed esprimermi. Così caotico, così imperfetto, così contaminato ma così vero e sincero perché non ha senso vendere un’immagine di una vita, ma con un pò di coraggio e folle onestà, si può offrirne la fotografia e ci si può sforzare di infilarci dentro un pò di poesia raccontandola giorno dopo giorno coi suoi silenzi ed i suoi sguardi...certi sguardi.

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