17
Ho accumulato un fardello insostenibile di emozioni. Oggi è arrivato il momento di liberarmene. Non ho mai sopportato l’ostentazione ma seguo sempre l'ingenuità dell’istinto. Da molto tempo (per me) Laura vive in Francia. Ho cercato all’inizio di coinvolgerla in un rapporto epistolare che ci consentisse di raccontare ed ascoltare la sua storia. Lei però è dura e pura, conosco il tipo. Così niente complicità. Lei per la sua strada ed io qui ad aspettare. Nessun racconto, solo semplice vita. In questi mesi io ho smesso di scrivere. Forse per reazione, forse per patologia, oppure per rabbia. Mi sono isolato somatizzando. Laura mi ha raccontato poco presa com’era giustamente dal vivere davvero e dal farlo con semplicità e discrezione. Io ho continuato a dirle ogni mattina "buongiorno" ed ad augurarle ogni sera “buona notte” con l’unico mezzo che mi è concesso: un messaggio, ottenendo qualche rara risposta.
Nessun dialogo, poca complicità. Qualche minuto la domenica e non sempre, per rinfrescare il ricordo, una videochiamata ogni tanto per spolverare i tratti del viso. Incontrarsi non è concesso, mai. Oggi però dopo tanti problemi, solitudine, vuoti, Laura mi ha fatto un regalo. In un lavoro importante di letteratura francese sul teatro 17 su 20. La migliore votazione del suo corso, unica straniera in una classe unicamente francese. Ma dimentico sempre che lei, come ha scritto una volta, è a casa. Quando me l'ha scritto, mi sono emozionato, anzi mi sono proprio commosso. Non è al padre però che si sono inumiditi gli occhi, non è semplice orgoglio. A lei non l’ho detto. È il piacere di vedere una ragazzina diventare una giovane donna, libera, consapevole, conscia dei propri sogni, della difficoltà nel perseguirli e della fatica di percorrere una pista in una prateria sterminata sotto sole, pioggia, vento ed ogni altro capriccio imprevedibile del destino. Ho sempre sognato di vederla così, lei e sua sorella, due buoni motivi per battermi ancora. Donne consapevoli e libere. Continuerò a scrivere messaggi, a chiedermi come ingannare il tempo che non passa mai, a ricordare l'abbraccio della separazione definitiva, a pensare all'abbraccio del ritorno, a cercare col cuore in gola il nome del paese o del quartiere dell’ultimo attentato, a pensare come me la sarei cavata io che non sono mai partito. Vita da padre, vita da uno che non ha avuto il suo coraggio ma non si sottrae a questo gesto di rispetto verso le sue aspirazioni ed i suoi progetti per difendere una sua comoda tranquillità. Vita da chi ama, senza compromessi, senza calcolo, senza limite, sempre...
