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Lei & un diario.

02/12; ieri ho passato la serata con Tommy. Abbiamo discusso a lungo del tuo viaggio e delle ragioni per le quali lo sto soffrendo così tanto. Parlando con lui, rispondendo alle sue domande ho capito meglio cosa mi si sta agitando dentro. Gli amici veri, quelli di cui ti fidi e sanno ascoltarti col cuore hanno questa capacità di farti vedere dentro di te improvvisamente con chiarezza. Sono come uno specchio grande e luminoso che allontana tutto il rumore e le distrazioni restituendoti un’immagine perfetta, un'istantanea precisa della tua condizione. Ho “visto” la mia difficoltà di sempre di allontanarmi dal mio centro, da casa; quel senso di straniamento che solo in parte ho superato recentemente viaggiando con regolarità ed abituandomi al senso di distacco da cose e persone. Ho “visto” la mia incoercibile propensione ad identificarmi negli altri, a somatizzare le loro difficoltà, i loro pensieri ed i loro disagi. Molti vorrebbero essere capaci di mettersi nei panni degli altri; io nelle vite degli altri ci scivolo regolarmente senza poter resistere minimamente a questo meccanismo. La sintesi di questa mia biologia è la difficoltà ad affrontare i distacchi, ad accettare le quotidianità ricostruite. Parlarne con Tommy mi ha aiutato ed oggi sto un pò meglio, ho capito quanto sia importante per te partire e quanto per me parlare. In questo anno nel quale tu hai organizzato il tuo progetto e noi ti abbiamo seguita, ho sempre cercato di controllare e mascherare i miei sentimenti. Sono stato abbastanza bravo per i miei standard. Per la prima volta in vita mia ho tenuto testa ad emozioni così profonde ma il prezzo pagato per il silenzio, mi accorgo ora che è stato altissimo. 

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