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Lei & un diario.

08/01 - 08/06

Strano. Non esiste uno scritto dell’8 gennaio. Non ne ero cosciente. Ho cercato ripetutamente le annotazioni di quel giorno, ma nulla è riemerso dallo sconfinato mare dei ricordi. Neppure un rottame di quel naufragio. Così mi sono reso conto che difronte al gioco duro, anzi durissimo, per me restano solo immagini; quelle due foto che scattai restano lì a raccontare, le parole invece morivano fragili in gola, ancor prima di nascere, annullandosi nel silenzio. Le parole si arresero. Non ero in grado di scrivere. Ho già ripetuto tante volte che il rapporto che ho con la scrittura è speciale. Verbalizzare mi consente di passare attraverso un confine e di là, boh... Di là ogni gesto, azione, pensiero ha un peso, una consistenza, una biologia diversi. Quel giorno dopo averti abbracciata ed averti vista sparire oltre i controlli di sicurezza di Malpensa restò solo un grande, ossessivo, pesantissimo silenzio. Ci ero immerso come un feto nel liquido amiotico. La luce livida di gennaio illuminava il giorno ormai compiuto e tu eri partita. Dopo un anno di silenzioso purgatorio tutto si era compiuto. Ricordo distintamente due cose di quel viaggio di ritorno a casa dopo averti davvero vista partire: il sapore dell’ansia e della solitudine, in bocca, dentro la testa, amaro, schifoso, dentro giù sino al cuore, la gola ed il silenzio. Io e tua madre passammo tutto il viaggio da Milano a Bologna in silenzio. Una volta a casa arrivò un altro strappo, un altro colpo basso ed imprevisto (non è vero). Pensavo di avere già pagato, ma non era così… neppure dopo fu così. Entrare in casa fu un trauma, una violentissima silenziosa deflagrazione dentro. Non resistetti e dopo qualche minuto uscii. Avevo bisogno di scappare da quel luogo dove ogni cosa mi riportava ad una te che non c’era più. Vagai senza una meta, senza quasi capire dove fossi, tanto ero traumatizzato da quel distacco.(avevo scritto "sconvolto" perché è la verità, ma ho cambiato termine per rispetto verso le perdite irreversibili) Ricordo distintamente che mi mancava l'aria. Sembrava che partendo, oltre i controlli di sicurezza, oltre quelle balaustre, tu ti fossi portata via i miei polmoni ed il mio cuore; anzi no, un pezzo del mio cuore; quel che ne restava sanguinava ora li, abbandonato in un angolo del mio petto. 

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