Lei & un diario.
18/01. Pensavo che mi sarei rifugiato nella scrittura per riempire il vuoto, ma non è stato così. In altri momenti difficili della mia storia scrivere aveva cauterizzato le mie ferite, dato un senso ai vuoti lasciati o meglio subìti. Ma forse il vuoto che hai lasciato tu è troppo grande, un mare di solitudine che non ha rive a vista. I mari sono così per definizione immensi e sconfinati. Ricomincio così da te. Da quello sguardo così intenso, profondo, così tenero e deciso da spaventarmi. Sotto di te, sotto di noi, la grande città fatta di luci, il tuo sogno così lungamente sognato. Davanti a te un orizzonte lontano ed immenso, così vasto da dare la sensazione di essere irreale. Dentro di te un futuro quasi speculare nella sua imperscrutabile vastità. Tutto è possibile nei sogni della tua età. Il giorno dopo scendendo da Montmartre passammo davanti ad una scuola. A fine pomeriggio i ragazzi sciamavano verso casa. Ci infilammo in quella nuvola di gioventù ed improvvisamente ebbi un tuffo al cuore. Ti vidi proiettata nel futuro nel quale sei ora e come sei ora: sola in un mondo immenso ed in gran parte sconosciuto. Camminammo verso il metro. Pigalle se non ricordo male. Restasti indietro di qualche passo ma nella folla ti persi di vista e mi sentii nuovamente il respiro che si strozzava in gola. Ti vidi così piccola davanti a quella immensa città che tracimava vita, rabbia, indifferenza, bellezza… Fu una fitta che mi prese fra petto e gola e mi strappò il respiro; di lì a qualche mese saresti partita. Finsi indifferenza, non ti dissi nulla, ma allora ebbi una premonizione, sentii in anticipo quello che avrei provato salutandoti e vedendoti andare via. Non sapevo che sarebbe stato molto più difficile e perchè no, doloroso. Ma quel tuo sguardo dalla balaustra della Signora era così intenso e denso, abbandonato in quell’ovunque sulla città, che capii che là, da qualche parte, perso in quel tappeto di luci che si accendeva in una sera di fine estate parigina, c’era il tenue fragile filo del tuo destino e quel destino ti avrebbe in qualche modo portata lontana, dentro le mie paure, nel tuo grande sogno che in qualche modo avresti prima o poi vissuto. Ecco perchè capii che dovevi partire.
